Un po’ di storia
Facendo un passo indietro, l’origine del nome “crotto” sembra derivare da “crypta” latino o dal medievale “crota”, che provengono dal greco “krypta”, cioè grotta, italianizzato in “grotto”.
Della grotta, infatti, ha le caratteristiche costruttive con le pareti in roccia viva ricavate dai massi più o meno grandi franati dalle sponde della valle.
Al crotto è legata una vera e propria filosofia dello stare insieme. Una scritta del 1781 scolpita nel crotto Giovanantoni di San Giovanni a Chiavenna, riassume così il senso dell’andare a crotto: “Si vende vino bono e si tiene schola de umanità”. Una massima che richiama l’humanitas dei romani, la cordialità, il senso di se stessi, l’equilibrio interiore. Insomma, il crotto come luogo a misura d’uomo dove, soprattutto d’estate, poter trascorrere la serata al fresco, ma anche concludere gli affari tra un bicchiere e una battuta.
Anche gli operai, nelle giornate particolarmente calde, finivano lì la loro giornata lavorativa.
Il crotto è dunque da sempre luogo di socializzazione senza troppi formalismi.